Recenti studi condotti sul territorio hanno evidenziato come la zona di Riccia fosse abitata già in epoca sannita.
Lo storico Amorosa, nel suo lavoro di inizio Novecento, sostiene che Riccia abbia avuto origine da una colonia romana stabilitasi sul territorio in conseguenza della legge sillana.
In un passo delle cronache delle Colonie, Sesto Giulio Frontino annota che "…Aricia oppidum pro lege Sullana …": il nome Riccia sarebbe quindi, semplicemente, la riproposizione del luogo di origine della colonia, l'attuale Ariccia laziale. L' "Aricia" romana diventa "Saricia" nei documenti del secolo XII, ed ancora "Ricia" e "Aritiae" durante il secolo XIV, infine "Ritia" nei decreti della Curia del XVII secolo per giungere alla denominazione attuale.
I tre elementi chiave del complesso architettonico di Piano della Corte - il Castello, la chiesa del Beato Stefano e l'antico Magazeno - donano allo spazio racchiuso dentro il perimetro poligonale un effetto prospettico davvero notevole, grazie al loro rispettivo affacciarsi sulla Piazza.
Questa, luogo strategico e vitale del borgo medievale, può essere considerata un nitido esempio della rivoluzione culturale ed architettonica dell'epoca rinascimentale, voluta dal feudatario Bartolomeo III di Capua agli inizi del '500, a cui vanno ad aggiungersi le caratteristiche case, vicoli e scalinate dell'antico borgo.
La Torre, da poco restaurata, sorge sul limite di uno strapiombo roccioso. Alta quasi venti metri, ha pianta cilindrica e conserva sulla cima un coronamento di beccatelli in pietra. All'interno si sovrappongono tre camere, oggi collegate da scale a chiocciola, ognuna con finestra quadrangolare. L'ingresso è invece raggiungibile grazie ad una breve scalinata in ferro. Particolare è il serbatoio per l'acqua, scavato interamente nella roccia sotto la torre, nella parte più profonda della quale sono conservati i resti delle carceri con relative camere di tortura.
Accanto alla torre principale resta anche una torretta secondaria, a difesa dell'entrata e del ponte levatoio.
Da ricordare anche che nel castello di Riccia visse la bellissima Costanza di Chiaromonte, sposa ripudiata da Re Ladislao di Durazzo e poi moglie del giovane principe di Riccia Andrea di Capua.
L'antico Magazeno si trova nel punto più alto della Piazza. Composto da due piani, la parte a pian terreno è in pietra da taglio con due aperture ad arco, che danno accesso ai due vani che compongono lo spazio interno; al piano superiore, in mattoni con ben quattro aperture a tutto sesto, si giunge grazie ad una scala esterna. Gli archi sovrastano un ballatoio, sorretto da due archi inferiori, che valorizzano ed allo stesso tempo abbelliscono il complesso architettonico nella sua completezza. Attualmente il piano inferiore del Magazeno ospita il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, al secondo Piano invece è presente la Mostra Permanente di artisti riccesi.
La Chiesa del Beato Stefano rappresenta indubbiamente un documento artistico quasi unico nella cittadina, forse trascurato troppo a lungo.
Costruita nel IV secolo, dapprima la chiesa era molto più piccola di quella attuale, ma il dato storico interessante è che la stessa divenne cripta di una seconda chiesa, di dimensioni maggiori, quella di S. Giovanni Battista. In epoca feudale la chiesa divenne cappella dei feudatari, restaurata da Roberto di Capua e ingrandita da Bartolomeo III di Capua che ne ampliò la navata e vi aggiunse la sacrestia e la nuova facciata. Negli anni successivi venne aggiunto il piano superiore, alloggio per il cappellano, che venne a coprire per una parte la navata, fino al completo abbattimento della Chiesa di S. Giovanni Battista, al cui posto vennero in parte costruite delle abitazioni ed in parte allungato il piano superiore del Beato Stefano, fino a raggiungere l'aspetto attuale.
Recent studies conducted in the area have shown that the Riccia area was already inhabited in the Samnite era. The historian Amorosa, in his work from the early twentieth century, argues that Riccia originated from a Roman colony established in the area as a result of the Sillan law.
The three key elements of the "Piano della Corte" architectural complex - the Castle, the church of Beato Stefano and the ancient Magazeno - give the space enclosed within the polygonal perimeter a truly remarkable perspective effect, thanks to their respective facing onto the square.
This, strategic and vital place of the medieval village, can be considered a clear example of the cultural and architectural revolution of the Renaissance period.